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Ss. Annunziata - AMELIA

Dai Clareni, prima, e dagli Osservanti poi, è abitato fin dal 1373

 

Le prime notizie che si hanno di questo luogo risalgono al 1373, quando il convento era abitato dai Clareni,  che vi rimasero sino al 1567 quando, per ordine di San Pio V,  furono soppressi e incorporati con gli Osservanti e anche il convento passò agli Osservanti.

Nel 1610 vi fu costituita la Confraternita degli Zappatori, gruppo di laici guidato spiritualmente dai frati e nello stesso tempo impegnato nella costruzione del Convento. Nel 1745 divenne sede di un “Ritiro”, cioè sede di una comunità di frati con Statuti speciali, osservanti uno stile di vita più severo che ha facilitato a tanti di loro la strada verso la “santità”: questo è il carisma del Convento e questa è stata la fama che si è diffusa ad Amelia e dintorni, dall’anno 1745. Per secoli è stato sede di noviziato fino al 1964.  In questo “Ritiro” numerosi frati si distinsero per santità di vita. Il più noto fu il Ven. P. Generoso M. di Premosello, più volte guardiano e maestro dei novizi, il cui sepolcro è ancora in onore († 1804). 

Il Convento ha un bell’impianto cinquecentesco, gli edifici, dalle linee architettoniche semplici, si diramano attorno al chiostro centrale come una ben munita fortezza.

La Chiesa, a un’unica navata, ha sull’altare maggiore, una tela con l’Annunciazione opera del perugino Domenico Bruschi (1890), autore anche degli affreschi della Cappella del Transito a Santa Maria degli Angeli. Sul lato sinistro di chi entra si venera un Crocifisso ligneo policromo, opera di p. Fulgenzio Bakotic da Spalato, scultore di crocifissi, che qui morì santamente tra la fine del sec. XVIII e gli inizi del sec. XIX.
 
Durante le due soppressioni del XIX sec. i frati sono riusciti, almeno alcuni, a restarvi mantenendo gli orari di vita e di preghiera, e la cittadinanza li aveva fortemente sostenuti. Poterono tornarvi ufficialmente l’8 dicembre 1814 e il 4 ottobre 1878. Entrando nel cortile davanti alla chiesa, sulla destra, è stato allestito, in modo permanente, un presepe artistico che Don Juan Marì Oliva di Barcellona realizzò nel 1965, con 17 diorami, veri piccoli capolavori, collocati  lungo il corridoio-galleria, che  raccontano i momenti più importanti della vita di Cristo.

A partire dagli anni 1970  la casa di Noviziato è stata lentamente trasformata in una confortevole Casa di Accoglienza data in autogestione a gruppi. Nel 1989 il Convento è stato arricchito della realizzazione e dell’attività di un “Planetario”, opera artigianale del tecnico Gambato Gianpaolo di Venezia, ma voluto e finanziato dall’intraprendenza di P. Bernardino Santini, originario di Giove, fino al 1985, per 35 anni, missionario in Argentina.  

Attualmente vi risiede una Fraternità impegnata prevalentemente per il servizio pastorale parrocchiale, la cura della Casa di accoglienza , l’accoglienza di gruppi, la gestione del Planetario, la catechesi e la cura spirituale di gruppi ecclesiali e singole persone. Il convento e il circostante parco, immerso nella serenità della natura, fanno di questo luogo un luogo di pace e tranquillità, avvolto da un’atmosfera di semplicità, spiritualità e sobrietà, lontano dal traffico e dagli altri rumori. All’interno del convento è stato allestito in modo permanente un presepe artistico che Don Juan Marì Oliva di Barcellona realizzò nel 1965. Raro esempio dell’artigianato tradizionale spagnolo, drammatizza i momenti più importanti della vita di Cristo, dalla nascita alla morte.

È possibile inoltre visitare il Planetario, situato nei pressi del convento, previa prenotazione.

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